Di Comma22 | 30 Marzo, 2024
Categoria: News
Dopo la nostra denuncia sulle difficoltà che i cittadini incontrano per richiedere il rilascio della carta d’identità elettronica (CIE) a Roma, lo scorso 12 febbraio abbiamo avuto un incontro con l’Assessore Andrea Catarci e il Direttore del Dipartimento Servizi Delegati di Roma Capitale.
Nell’incontro abbiamo rappresentato l’attuale situazione del sistema di prenotazione degli appuntamenti per la richiesta della CIE, che vede otto città metropolitane utilizzare prevalentemente altre procedure informatiche gestite in proprio, anziché il sistema gestito dal Ministero dell’Interno, e abbiamo chiesto il motivo per cui Roma Capitale abbia scelto di continuare a utilizzare la procedura del Ministero dell’Interno, peraltro farraginosa e complicata per gli utenti.
Non essendo l’Assessore a conoscenza delle scelte operate dalle altre città metropolitane, abbiamo avuto la rassicurazione che saremmo stati informati sull’esito della verifica che avrebbe effettuato l’Assessorato.
Dopo un mese dall’incontro, su nostra sollecitazione, l’Assessorato ha risposto senza fare alcun cenno alla verifica promessa sulle scelte operate dalle altre città metropolitane di abbandonare il sistema Agenda CIE.
L’Assessorato, nel confermare la scelta di Roma Capitale di mantenere quel sistema, ha risposto di aver richiesto al Ministero dell’Interno modifiche “che possano rendere più performante la piattaforma Agenda CIE”; tra queste, la più comprensibile sembra essere “la pubblicazione di una messaggistica di servizio di chiaro ed intellegibile contenuto per l’utenza che richiami la dinamicità del sistema di prenotazione e la mutevolezza degli appuntamenti disponibili”: in sostanza, un messaggio al cittadino che non trova alcuna disponibilità per la presentazione della richiesta della CIE del tipo <ritenta, sarai più fortunato>.
Questo è il tipo di rapporto col cittadino che ha in mente l’amministrazione di Roma Capitale, il cittadino, che avrebbe il diritto ad avere un servizio efficiente, dovrebbe stare davanti al computer ad aspettare che si liberi un appuntamento grazie alla rinuncia da parte di qualche altro cittadino, in un Municipio qualsiasi, magari dalla parte opposta della città, senza tener conto di chi non ha accesso a internet, di chi magari chiede aiuto ad associazioni come la nostra, che non possono fornire alcun aiuto.
Nel frattempo avevamo attivato una richiesta di accesso civico generalizzato nei confronti dei quindici municipi di Roma Capitale per cercare di capire quali sono i motivi del grave disservizio.
In sostanza, quello che emerge è che ogni Municipio mette a disposizione gli appuntamenti sul sistema Agenda CIE con propri criteri e periodicità, da una settimana a tre mesi, con la conseguenza che le scarse disponibilità si esauriscono in brevissimo tempo, così come gli open day periodici, e non si riesce mai a trovare una data utile.
Tra l’altro, l’assoluta assenza di trasparenza nella gestione degli appuntamenti da parte dei quindici Municipi di Roma Capitale, sta creando le condizioni ottimali per fenomeni di corruzione già segnalati sulla stampa.
In questa situazione, la nostra associazione sta valutando di intraprendere un’azione legale per denunciare Roma Capitale per omissione di atti di ufficio.