Di Comma22 | 22 Maggio, 2020
Categoria: News
Non è bastato agli identity provider, i fornitori di credenziali SPID, bloccare l’iniziativa del Governo per il superamento di SPID e la convergenza verso la Carta d’identità Elettronica come unica identità digitale per i rapporti con le pubbliche amministrazioni.
Continuano, invece, i tentativi di mantenere in vita un progetto che, a quattro anni dal suo lancio, è ormai palesemente fallito: a fronte di un obiettivo di 10 milioni di credenziali da raggiungere nel 2017, il risultato a oggi è di 6.915.215 credenziali SPID rilasciate e, soprattutto, SPID è stato totalmente ignorato dai privati, come era del resto facilmente prevedibile.
Eppure SPID è stato reso obbligatorio per richiedere il bonus diciottenni e il bonus cultura; eppure ci sono amministrazioni locali che illegittimamente impongono SPID come unico strumento di accesso ai servizi online, e non solo il Ministero dei Trasporti ha previsto SPID come unico strumento di accesso per la richiesta del bonus seggiolini, ora anche per l’accesso al bonus “mobilità”, secondo quanto comunicato dal Ministero dei Trasporti, SPID sarà previsto come unico strumento di accesso.
Eppure, nonostante tutte le obbligatorietà imposte, il risultato è di meno di sette milioni di credenziali SPID, quando sono state già rilasciate:
– 14.806.049 carte d’identità elettroniche, con relative credenziali di accesso online, al 22 maggio 2020;
– 13.549.594 credenziali per l’accesso ai servizi online ai cittadini che hanno prestato il consenso per l’alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, dato ad aprile 2020;
– 9.951.781 credenziali per l’accesso al servizio Entratel al 2 gennaio 2020;
senza contare i 23.039.740 PIN rilasciati dall’INPS al 31/12/2018, nonché i milioni di credenziali attribuite ai cittadini dagli enti locali per l`accesso ai loro servizi.
Non è più accettabile che ai cittadini sia imposta una ulteriore procedura di identificazione, che peraltro comporta l`accesso agli uffici postali anche in questo momento, in piena contraddizione con la finalità dei servizi online, che è quella di evitare spostamenti.
Anche per l’identificazione digitale dovrebbe, una buona volta, valere il principio dell’once only, recentemente richiamato dalla Ministra Dadone in risposta a una interrogazione dell’On.le Giacomelli in materia di semplificazione della pubblica amministrazione:
“In via immediata e con ripercussioni di tipo sistemico si intende intervenire sul c.d. “once only”, un principio vigente nel nostro ordinamento da molto tempo, ma evidentemente ancora inapplicato. Le pubbliche amministrazioni non devono più chiedere al cittadino e all’impresa dati e documenti che già possiedono o possono reperire da altre pubbliche amministrazioni.”
L’associazione Comma 22 ha pertanto richiesto ai Ministri competenti un intervento per porre fine alle vessazioni da SPID e procedere sui progetti a suo tempo annunciati per una identità digitale unica.