Di Comma22 | 19 Giugno, 2020
Categoria: News
In contrasto con le tante belle parole che promettono di semplificare la pubblica amministrazione, mettendo al centro dell’attenzione le esigenze del cittadino, nella pratica le procedure sono costruite sulle strategie, neppure delle pubbliche amministrazioni, ma dei privati che lavorano per la pubblica amministrazione.
Ennesimo esempio è la procedura per accedere al cosiddetto ‘’bonus vacanze”, previsto dall’art. 176 del decreto legge “rilancio”.
La procedura varata somiglia a una caccia al tesoro, da intraprendere con l’ausilio di una agile guida di venti pagine e di un sintetico vademecum, reperibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Si scoprirà così che il secondo passaggio è sul sito dell’INPS, per la compilazione della dichiarazione ISEE, cui è possibile accedere con una vasta gamma di strumenti: PIN INPS, ordinario o dispositivo, Tessera Sanitaria – Carta Nazionale dei Servizi, SPID, CIE Carta d’Identità Elettronica 3.0.
Una volta compilata la DSU – Dichiarazione Sostitutiva Unica – e verificato che si è nelle condizioni di richiedere il bonus, perché l’ISEE – Indicatore della Situazione Economica Equivalente – è inferiore a 40.000 euro, viene il bello, perché dal pc bisogna passare allo smartphone, per scaricare un’applicazione mobile (app) che si chiama IO, reperibile su Google Play per i sistemi operativi Android e su App Store per i sistemi operativi IOS (Apple): reperibile si fa per dire, perché la prima difficoltà sta nel trovarla, l’app: aver scelto un nome così fa sì che se fai una ricerca digitando IO mai e poi mai arriverai a quello che cerchi se non digiti il nome esteso: ‘’IO, l’app dei servizi pubblici’’.
Cos’è IO? È uno dei progetti di Diego Piacentini, lanciato più di due anni fa per realizzare il principio del ‘’mobile first’’ e del punto unico di accesso ai servizi pubblici, cui ha lavorato il Team per la Trasformazione Digitale. Lanciato più di due mesi fa sugli app store di Google e Apple – si legge su Google Play – ha realizzato a oggi più di 50.000 download.
A fronte dell’ennesimo flop, niente di più facile, per convincere i riottosi cittadini dell’utilità dell’app, che renderla obbligatoria, continuando nello stesso tempo a drogare la crescita di SPID (Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale). Non basta infatti scaricare l’app IO, ma su questa bisogna di nuovo farsi identificare, questa volta solo con le credenziali SPID, che sono costretti a richiedere quanti non sono in possesso di una CIE 3.0 e di uno smartphone in grado di leggerla.
Ancora una volta la nostra associazione ha chiesto che le procedure per l’accesso ai servizi delle pubbliche amministrazioni siano disegnate per semplificare la vita ai cittadini e favorirne l’utilizzo, anziché sulla base degli interessi dei privati.