Di Comma22 | 13 Agosto, 2020
Categoria: News
Oltre centomila contribuenti romani stanno ricevendo in questi giorni dal Comune di Roma questa comunicazione:
‘Da quest’anno cambieranno le modalità di riscossione della tassa sui rifiuti – TaRi, in quanto tutti gli Enti della Pubblica Amministrazione devono adeguare i propri incassi, compresi quelli da entrate tributarie, al nuovo Sistema Pago PA.
Inoltre, non sarà più possibile utilizzare la domiciliazione bancaria, ovvero l’addebito diretto della bolletta, conosciuto anche come RID, oggi SEPA, già impiegata fino allo scorso anno per procedere ai pagamenti della suddetta tassa, in quanto, dal 2020, il beneficiario del versamento non sarà più AMA spa, bensì Roma Capitale.
Si consiglia, quindi, di dare la conseguente comunicazione alla propria banca di disdetta dell’addebito in questione, al fine di evitare possibili disguidi.
Con l’emissione della bolletta relativa alla prima semestralità TaRi – anno 2020, prevista non prima del prossimo mese di settembre, saranno fornite le nuove modalità di pagamento.”
Ora, è evidente che la domiciliazione bancaria semplifica la vita al contribuente e garantisce alla pubblica amministrazione la certezza e la tempestività dei pagamenti, e perciò andrebbe incentivata, come fa ad esempio la Regione Lombardia, che offre uno sconto del 15% ai contribuenti che scelgono la domiciliazione bancaria per il pagamento del bollo auto.
Al contrario, il Comune di Roma, anziché agevolare la possibilità della domiciliazione bancaria, nega tale modalità di pagamento, costringendo i cittadini al solo utilizzo del “Sistema Pago PA”, che costa di più al contribuente e complica la vita al contribuente e alla pubblica amministrazione.
Eppure, le scelte effettuate da altre pubbliche amministrazioni, come ad esempio il Comune di Modena, dimostrano che il “Sistema Pago Pa” può benissimo coesistere con la domiciliazione bancaria
L’associazione Comma 22 ha chiesto alla Sindaca di Roma Virginia Raggi di rivedere la decisione di escludere la domiciliazione bancaria dalle modalità di pagamento della TaRi e di garantire ai contribuenti che hanno scelto questa modalità la possibilità di continuare a usarla, così come avviene in altri comuni italiani.