Di Comma22 | 30 Aprile, 2021
Categoria: News
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dà particolare enfasi al tema delle riforme, e, in particolare, della riforma della Pubblica Amministrazione.
Il programma di riforma della Pubblica Amministrazione si muove su quattro assi principali:
- Accesso, per snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione e favorire il ricambio generazionale;
- Buona amministrazione, per semplificare norme e procedure;
- Competenze, per allineare conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze del mondo del lavoro e di una amministrazione moderna;
- Digitalizzazione, quale strumento trasversale per meglio realizzare queste riforme.
Vale la pena di rilevare che, mentre si stima che le misure in tema di accesso possano essere operative entro il 2021 (pag. 52), “lo sviluppo della pianificazione strategica dei fabbisogni per le principali amministrazioni è previsto a fine 2023”.
L’intervento che potenzialmente potrebbe essere più rilevante ai fini di una riforma della Pubblica Amministrazione è quello denominato “Buona amministrazione”.
Al riguardo viene riportato che “Il tavolo tecnico ha già deliberato una completa revisione di oltre 200 procedure segnalate e individuate come critiche dopo un’estesa consultazione degli stakeholder.
Questo primo ambito di procedure, scelte tra quelle di maggior impatto sulle attività delle imprese, costituisce un primo nucleo di sperimentazione per la riforma del rapporto tra amministrazioni e imprese e cittadini da applicare in modo sistematico su tutti i procedimenti, sia a livello centrale che a livello locale.” (pag. 53)
Riguardo ai tempi dell’intervento, si legge che “Le misure fast track saranno approvate nel 2021 con l’approvazione di un decreto legge a maggio 2021, contenente gli interventi urgenti di semplificazione, non solo a carattere trasversale, ma anche settoriale. Il lavoro di semplificazione e quello di riduzione degli oneri burocratici proseguirà, in modo progressivo e costante, fino al 2026, insieme all’azione sul miglioramento della performance amministrativa.” (pag. 55).
Ci sarà quindi modo di valutare a breve il contenuto effettivamente riformatore dell’intervento previsto.
Al di là della vaghezza e indeterminatezza delle previsioni in materia di riforma della Pubblica Amministrazione, suscita preoccupazione quanto affermato in materia di trasparenza nel paragrafo 2.1.5 Abrogazione e revisione di norme che alimentano la corruzione:
“Occorre evitare che alcune norme nate per contrastare la corruzione impongano alle amministrazioni pubbliche e a soggetti privati di rilevanza pubblica oneri e adempimenti troppo pesanti. È il caso delle disposizioni sulla trasparenza che prevedono – tra l’altro – obblighi di pubblicazione di numerosi atti, obblighi non sempre giustificati da effettive esigenze di conoscibilità dei cittadini e assai onerosi per gli uffici, soprattutto degli enti minori. È il caso, inoltre, delle norme che contemplano ben tre tipi di accesso ai documenti e alle informazioni amministrative. Un’unica piattaforma per la trasparenza amministrativa alleggerirà gli obblighi di pubblicazione delle varie amministrazioni su proprie piattaforme; un unico accesso alle informazioni pubbliche è idoneo ad avere evidenti effetti di semplificazione.”
Preoccupa che la trasparenza venga descritta come un più o meno inutile appesantimento dell’attività delle pubbliche amministrazioni, invece che un elemento indispensabile per un corretto rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione
Riguardo a tempi e modalità di attuazione dell’intervento, si afferma che “Un disegno di legge delega sarà presentato in Parlamento entro giugno 2021 per consentire una rapida approvazione dei decreti legislativi. Proposte di riforma ampiamente utilizzabili perché rispondenti agli obiettivi sopra delineati sono già state elaborate a opera di una Commissione Ministeriale presso il Dipartimento della Funzione Pubblica.”
Il riferimento è alla Commissione per lo snellimento delle procedure anticorruzione, insediata a Palazzo Vidoni nel 2019 dalla ministra Dadone, della quale non sono note le proposte.
Sembra quanto mai opportuno che le Associazioni della società civile che hanno proposto l’appello per la RIPARTENZA A PORTE APERTE| si attivino per ottenere quel confronto fin qui negato.